Turismo lento: cos’è e perché praticarlo

Che cos’è il turismo lento

Definire precisamente che cos’è il turismo lento, anche conosciuto come Slow Travel e Slow Tourism, non è così facile come possa sembrare. Certamente si può bene intuire come il termine sia basato sul concetto di “velocità”, tuttavia esso racchiude in sé molto di più.

Ciò che vuole esprimere principalmente questa idea di turismo è infatti il viaggiare in modo più sostenibile, prendendo in considerazione l’impatto che il nostro agire ha sull’ambiente, sulla comunità e sull’economia locale – preferendo i borghi alle grandi città, la natura alle strade cementate.

E’ l’arte di trascorrere più tempo in una singola località con lo scopo di vivere un’esperienza di valore.
Infatti il turismo lento ci concede il tempo per riflettere e per stabilire una vera e propria connessione con il posto che si è scelto di visitare: interagire con gli abitanti, assaggiare i prodotti locali e sostenere l’economia locale.

Tutti elementi questi incompatibili con il modo di viaggiare a cui siamo abituati, con il cosiddetto turismo di massa, che troppo spesso coincide in una sterile corsa contro il tempo nel tentativo di vedere più luoghi possibili, senza però riuscire a godere appieno del viaggio (anzi, molto spesso si torna dalle vacanze più stremati di prima!).

Da dove viene

L’idea del turismo lento prende le mosse da un altro movimento che porta avanti il medesimo concetto di lentezza: lo Slow Food.
Movimento nato con il gastronomo e attivista Carlo Petrini negli anni ’80, in seguito all’apertura di un fast food McDonald’s in pieno centro di Roma.

Missione del movimento era quella di difendere la gastronomia italiana dalle multinazionali che proponevano un cibo-merce, senza identità, svuotato del suo valore storico e culturale e privo di ogni legame con il territorio.

Perché scegliere il turismo lento

1) Ci fa risparmiare

Sembrerà banale, ma uno dei fattori più importanti per chi sceglie di viaggiare è proprio quello del costo. Restare in un singolo posto, o comunque non fare grossi spostamenti è sicuramente molto più economico, senza contare che i piccoli alloggi a conduzione locale non sono così dispendiosi quanto le grandi catene alberghiere.

2) Fa bene a noi e all’ambiente

E’ ormai noto come stare a contatto con la natura dona benefici sia al corpo che alla mente: aiuta infatti a rilasciare la pressione accumulata e aumenta i livelli di ossitocina, l’ormone della felicità.

Inoltre con il turismo lento, di prossimità, si riducono le emissioni di carbonio derivanti dai viaggi in aereo e si riscoprono mezzi alternativi ed ecosostenibili per viaggiare, come gli spostamenti in treno, in bici o semplicemente esplorando un percorso a piedi.

3) Ci fa viaggiare più spesso

Scegliere mete poco lontane da casa costituisce un vantaggio per chi ama viaggiare: i weekend possiamo dedicarli a qualche gita fuori porta, senza dover aspettare le ferie per poter staccare la spina dalla routine quotidiana e viaggiare senza troppi pensieri.

L’Abruzzo come meta ideale per il “viaggio lento”

Conosciuta come la Regione Verde d’Europa ( il 36.3% del territorio è coperto da aree protette), l’Abruzzo è sempre stato estraneo al turismo di massa, che si concentra principalmente sulle grandi città.

La morfologia della regione ha in un qualche modo mantenuto il territorio in una sorta di “isolamento”, che se da un lato ha costituito uno svantaggio dal punto di vista dello sviluppo economico rispetto alle regioni d’Italia maggiormente frequentate, dall’altro ha preservato la stessa da un flusso turistico che, nel medio e lungo periodo, finisce quasi sempre per “erodere” e stravolgere i beni ambientali e culturali del territorio.

Per questo motivo l’Abruzzo è una regione ancora tutta da scoprire: selvaggia, autentica e incontaminata; tutte qualità che fanno di essa la candidata ideale a regione leader del turismo lento.

10 posti da scoprire “lentamente” in Abruzzo:

 

  • La Costa dei Trabocchi

    Costa dei trabocchi
    Foto di Fabio Grandis da Pixabay

    Da Ortona a Vasto per 40 km si estende la celebre Costa dei Trabocchi, che caratterizza il litorale abruzzese del medio Adriatico.
    Celebrati da D’Annunzio con l’appellativo di “ragni colossali“, i Trabocchi oggi hanno abdicato alla loro originaria funzione di strumenti per la pesca e, nella maggior parte dei casi, sono stati convertiti in ristoranti.
    La Costa comprende numerose Riserve naturali: Punta dell’Acquabella, la Riserva Naturale Regionale Marina di Vasto, la Riserva Naturale Regionale Punta Aderci, la Riserva Naturale Regionale Ripari di Giobbe.

     

  • Rocca Calascio

    Rocca Calascio

    Considerata una delle 15 rocche più belle al mondo, Rocca Calascio è inserita nel contesto del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e con i suoi 1460 metri s.l.m. è considerato anche uno dei castelli più elevati d’Europa.
    Il castello, quel che ne resta, ha un suo innegabile fascino, e non solo perché è stato il set di Ladyhawke (1985), ma anche perché arrivando in cima si può godere di una vista straordinaria a 360 gradi sulla catena del Gran Sasso e sulle praterie verso Campo Imperatore.

 

  • Santo Stefano di Sessanio

    S. Stefano di Sessanio

    A una manciata di chilometri da Calascio troviamo il borgo medievale di Santo Stefano di Sessanio, anch’esso sito all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso. Una vera perla architettonica, così bella che nemmeno la famiglia dei Medici e il loro Gran Ducato di Toscana se lo fecero scappare nel XVII secolo.

 

  • Lago di Scanno

    Vista Lago di Scanno

    Tesoro della natura incastonato tra le montagne, il lago di Scanno è il lago più famoso d’Abruzzo, proprio per la sua insolita forma di cuore, la cui vista si può ammirare dall’alto salendo attraverso il Sentiero del Cuore.

 

  • Campo Imperatore

    Campo Imperatore
    Foto di alessandra barbieri da Pixabay

    Conosciuto come “Piccolo Tibet d’Abruzzo“, Campo imperatore è un altopiano lungo circa 20 km e sito a 1800 metri di altezza, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Si tratta di un luogo quasi sacro fatto di spazi sconfinati e selvaggi, dove regnano sovrani silenzio e solitudine. E’ una zona molto frequentata da motociclisti e dai amanti del cicloturismo, ai quali offre sempre sfide impegnative ed emozionanti.

 

  • Borgo di Pacentro

    Borgo di Pacentro

    Annoverato tra i Borghi più Belli d’Italia, Pacentro è uno dei centri medievali meglio conservati di tutto l’Abruzzo. Il borgo si presenta arroccato a circa 700 metri sulle pendici del Morrone, facente parte del complesso del Parco Nazionale della Majella.
    Oltre a presentare notevoli strutture di importanza storica e folcoristica – come il possente Castello Caldora o  “I Canaje“, antico lavabo pubblico – il borgo rappresenta anche un punto di partenza strategico per le escursioni in natura, infatti da qui si può raggiungere facilmente il valico di Passo San Leonardo.

 

  • Gole di San Venanzio

    Foto di Francesco Moscone su Flickr

    Le Gole fanno parte di un’area protetta e si trovano tra il Parco Nazionale della Majella e quello del Sirente-Velino. Protagonisti indiscussi della riserva sono senz’altro il fiume Aterno e il suggestivo Eremo di S. Venanzio.

 

  • Eremo di Sant’Onofrio

    Foto di Franscesco Moscone su Flickr

    Posto sulle pendici del Morrone, nei pressi di Sulmona, questo luogo sacro risale al XIII secolo. 
    L’Eremo giace sui resti dell’antico Tempio di Ercole Curino, divinità particolarmente adorata dall’Abruzzo pre-cristiano.
    Grazie al ricordo del fondatore, Pietro Angelerio divenuto poi pontefice con il nome di Celestino V, l’eremo divenne ben presto un luogo di pellegrinaggio, raccoglimento spirituale e preghiere. Dalla terrazza dell’Eremo si gode di uno spettacolare panorama della vallata sottostante, ove spiccano le eleganti strutture della vicina Abbazia di Santo Spirito.

 

  • Alba Fucens

    Sito archeologico risalente al IV secolo a.C. per opera dei Romani. L’area si dispiega ai piedi del monte Velino, a nord di quello che era il lago Fucino e fu considerata per molto tempo una delle più importanti colonie latine.
    Alba Fucens è famosa soprattutto per il suo splendido anfiteatro incastonato tra le alture, ma l’intera area è tutta da scoprire.

 

  • Valle dell’Orfento

    Nota a livello mondiale per la sua estrema biodiversità, la Valle dell’Orfento è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi della Majella: l’acqua limpida, le piccole cascate, il suono del fiume e della natura rendono la passeggiata un’emozione unica. La Valle dell’Orfento è la Riserva dove, negli anni 80, sono stati reintrodotti i cervi ed i caprioli presenti ora su tutto il territorio del Parco Nazionale della Majella.

 

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